L’attenzione al GDPR è in forte calo, parola di Garante

Ad un anno dall’entrata in vigore del GDPR è necessario fare un bilancio circa lo stato dell’adeguamento da parte delle imprese. Nell’intervento del Privacy Day tenutosi a Pisa il 19 giugno 2019, l’autorità Garante italiana ha denunciato un allarmante calo di attenzione da parte delle imprese.

Dopo lo slancio e per certi versi anche l’entusiasmo iniziale di molte imprese, pare spenta l’attenzione sulla necessità di un ‘adeguamento continuo‘.

Nonostante il Regolamento Europeo sul Trattamento dei dati personali sia in vigore ormai da più di un anno, si sta creando in Italia una situazione che non rispecchia le norme previste.

Ebbene sì, si sta diffondendo sul territorio italiano una condizione che non rispecchia la logica del Regolamento; le aziende non dovrebbero rispettare le linee guida una tantum; ma predisporre un piano di adeguamento e successivamente manutenzione continua, aggiustando giorno per giorno i punti critici.

QUALCHE RIFLESSIONE

Sulla base dei dati raccolti, il presidente di Federprivacy Nicola Bernardi ha espresso il suo pensiero, che potete leggere qui.

Anche l’ex Garante si è espresso in merito; sottolineando il fatto che agire per assicurare l’adeguata protezione dei dati personali e il GDPR nella sua totalità, sono un pilastro fondamentale di un più ampio sistema di norme; questo risulta fondamentale per lo sviluppo di un’economia digitale nei Paesi Ue e per trovare l’equilibrio tra tutela delle persone e libera circolazione dei dati.

Il GDPR si può ritenere fondamentale per permetter all’Ue di competere con gli altri attori globali, dagli USA alla Cina, nella corsa allo sviluppo dell’intelligenza artificiale, dell’IoT e degli scambi di beni e servizi nell’attuale epoca digitale.

 

 

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Fonte dei contenuti: FederPrivacy.it