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Privacy online, se fosse messa in discussione la sua efficacia?

Non solo si registra un graduale calo dell’attenzione nei confronti della privacy, ma da una ricerca è emerso che è in costante crescita il pessimismo degli utenti riguardo l’efficacia delle misure da mettere in atto.

Una ricerca di Kaspersky Lab sul tema della privacy nella sfera digitale, ha evidenziato che una persona su tre non sa come proteggere i dati personali online; questo senso di impotenza, verso i possibili problemi, va di pari passo con la tendenza a condividere i dati online sui social network, senza però pensare alle conseguenze. Questo “sentimento” che si sta diffondendo tra gli utenti è stato definito privacy fatigue, ossia stanchezza legata alla privacy.

LA SITUAZIONE ATTUALE

Quasi la totalità degli intervistati ha dichiarato di andare online più volte al giorno: questo dimostra che ormai Internet è “indispensabile” per gli utenti. La diretta conseguenza è la necessità delle persone di avere il controllo dei propri dati online. La ricerca ha evidenziato che molti utenti hanno visto online delle informazioni private che non avrebbero dovuto essere pubbliche; queste in genere sono relative a loro stessi o a persone vicine, come i figli.

La privacy fatigue si collega al vivere sotto pressione, con la sensazione che qualcuno possa usare le informazioni personali senza fare nulla a riguardo per bloccarlo; che risulti inutile ogni tentativo. Alcuni credono di non essere in grado di opporsi alle violazioni online; altri invece, ritenendolo inutile, hanno perso interesse su come poter migliorare il livello di privacy. Questo senso di inadeguatezza porta circa un quinto degli intervistati a non fare nemmeno un piccolo sforzo per proteggere la privacy mentre naviga  coi propri dispositivi; si potrebbero per esempio cancellare la cronologie delle ricerche.

COME FERMARE LA DIGITAL PRIVACY FATIGUE?

Ecco il commento di Morten Lehn (Kaspersky Lab):

“La crescita dei casi di violazione dei dati, insieme alle difficoltà che si possono incontrare nella gestione dei dati personali online porta spesso gli utenti a percepire una sorta di perdita di controllo; pensare alla loro privacy digitale è qualcosa di stancante o faticoso. Anche se non esistono soluzioni definitive, ci sono comunque tanti modi grazie ai quali è possibile ridurre i rischi. Al primo posto c’è una basilare attitudine alla “cyber hygiene”, ma è importante anche dotarsi di strumenti avanzati e di tecnologie che sono in grado di aiutare le persone a tenere sotto controllo lo stato della loro privacy digitale.”

Questa apatia prolungata può avere diverse conseguenze: dal forte calo di attenzione delle persone verso la privacy (leggi di più cliccando qui), alla mancata protezione che lascerebbe così aperte delle falle utilissime per i cybercriminali. Quindi, ecco qualche piccolo suggerimento per proteggere la propria privacy e mettere all’angolo questa frustrazione:

  • stilare una lista dei propri account e controllare che i dati non siano pubblici;
  • utilizzare dei tool digitali adatti e che garantiscano la navigazione sicura;
  • controllare che le app “sospette” non abbiano accesso a webcam o microfoni;
  • installare delle soluzioni di sicurezza affidabili, con funzionalità specifiche in ambito privacy.

 

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Fonte dei contenuti: Zerounoweb.it